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Aggiornata la procedura FUE per la “richiesta di segnalazione preliminare di incendio”.
Dall'AOC pubblichiamo la seconda edizione delrapporto comparativo sull'attuazione e l'utilizzo dell'amministrazione digitale e della legge sulla trasparenza nei comuni della Catalogna rispetto a quelli del resto dello Stato, utilizzando i dati aperti pubblicati dall'Amministrazione Generale dello Stato e dall'AOC. Le conclusioni del rapporto comparativo lo evidenziano I comuni della Catalogna guidano in modo prominente la digitalizzazione a livello statale in tutti i settori: maggiore utilizzo dei servizi di amministrazione elettronica, maggior numero di richieste di interoperabilità e migliore rispetto della Legge Trasparenza.
Questi dati riaffermare il modello catalano di amministrazione digitale guidato dall'AOC, che promuove l’uso di servizi digitali condivisi per risolvere i bisogni comuni di tutte le amministrazioni, rilanciando gli sforzi e generando risparmi significativi di oltre 500 milioni di euro all’anno grazie alle economie di scala. La chiave del modello catalano è il fornitura di servizi in modo collaborativo con la Generalitat de Catalunya, i Consigli Provinciali, i Consigli Regionali e i principali Comuni, promuovendo servizi di gestione del cambiamento: accompagnamento, sostegno e formazione, e la pubblicazione di guide e buone pratiche per condividere conoscenze, come nel caso dell'Osservatorio Digicanvis.
Il livello di utilizzo dei servizi di amministrazione digitale da parte di cittadini e imprese in Catalogna è doppio rispetto al resto dello Stato. In Catalogna, il livello di fruizione da parte dei cittadini delle procedure digitali (rispetto al totale elettronico e cartaceo) è pari al 63%. A livello statale il grado di digitalizzazione è solo del 30%. Questa notevole differenza è da attribuire a diversi fattori, come una maggiore offerta di servizi digitali, una maggiore promozione dei servizi implementati e anche procedure più semplici e facili da utilizzare.
I comuni della Catalogna si distinguono anche per il livello di trasparenza che annualmente viene valutato dall'Università Autonoma di Barcellona con il Sigillo Infoparticipa. Nell'anno 2022, i comuni nel loro complesso hanno ottenuto una media di 51 punti su 100, mentre i comuni del resto dello Stato hanno ottenuto solo 29 punti in media. Il lavoro di Rete di governi aperti di consulenza, supporto, formazione e pubblicazione di risorse e buone pratiche è stato essenziale per raggiungere questi risultati.
Se consideriamo i servizi di interoperabilità, sia l'implementazione che il livello di utilizzo nei comuni della Catalogna superano di gran lunga quelli dei comuni del resto della Spagna. Per quanto riguarda l'implementazione, in Catalogna il 38% dei comuni realizza consultazioni sull'interoperabilità, mentre nel resto della Spagna questa cifra è solo del 12%. Anche in relazione al livello di utilizzo la differenza è significativa, anche se in entrambi i casi i numeri sono molto bassi. In Catalogna il livello di utilizzo rispetto a quello che consideriamo ottimale è del 16% e nel resto della Spagna dell'8%.
Ricordiamo che le consultazioni sull'interoperabilità dei dati e dei documenti devono garantire il diritto dei cittadini a non fornire i dati detenuti dall'Amministrazione.
C’è molto lavoro da fare su interoperabilità e trasparenza
Sebbene gli indicatori comparativi siano molto positivi, è necessario analizzare il valore assoluto rispetto all'obiettivo massimo del 100% in ciascuna delle dimensioni analizzate, e qui abbiamo indicatori positivi e altri in cui c'è molto margine di miglioramento.
Una nota positiva è che in Catalogna cittadini, aziende e associazioni trattano digitalmente con i comuni: il livello di utilizzo dei servizi amministrativi digitali è pari al 63%. Questo è un ottimo indicatore che mostra che siamo a livelli di digitalizzazione più elevati rispetto a settori privati digitalmente avanzati come quello bancario. Va inoltre sottolineato che i Comuni si relazionano con le altre amministrazioni quasi esclusivamente per via elettronica, generando grandi efficienze e risparmi di tempo.
Tuttavia, sul fronte del rispetto della Legge sulla Trasparenza, i risultati sono modesti. Secondo Infoparticipa, la compliance è in media solo del 51%. Questo dato è sostanzialmente peggiore per i piccoli Comuni. Quelli con meno di 1.000 abitanti (che sono più della metà dei comuni) hanno un livello di adeguamento pari a circa il 20%. Il grado di trasparenza è più una questione organizzativa e di gestione del cambiamento che una questione tecnologica, e per andare avanti sono necessari sforzi significativi.
Dopo sette anni dall'approvazione della legge, questi dati evidenziano la mancanza di risorse umane di cui dispongono questi enti per adempiere a tutti gli obblighi legali e che è necessario un ripensamento strategico. Si sta lavorando per aumentare l'automazione delle voci sul portale Trasparenza, ma si tratta di un processo tecnologicamente complicato che comporta adattamenti e integrazioni del software con le società fornitrici di case management e i comuni. Al momento, sembra irrealistico raggiungere un effettivo rispetto della legge senza un maggiore sostegno sovracomunale o una riduzione dei requisiti per gli enti con minori risorse.
Anche i dati sull’utilizzo dei servizi di interoperabilità non sono positivi. Solo il 38% dei comuni catalani si avvale del servizio Via Oberta a causa della complessità giuridico-organizzativa che, ancora una volta, risulta molto onerosa per gli enti di piccole dimensioni e che è condizionata dal modello giuridico definito dall'Amministrazione Generale dello statuto Questa complessità aumenta quando la maggior parte dei comuni non dispone di gestori di file elettronici effettivamente integrati con Via Oberta e, inoltre, non automatizza l'intero processo di verifica, il che significa ulteriore lavoro amministrativo. Dall'AOC stiamo promuovendo diverse azioni per migliorare questi dati:
Lo studio è basato su la metodologia dell'Indice di Maturità Digitale delle amministrazioni locali e valuta il grado di trasformazione digitale in tre ambiti chiave: i diritti digitali dei cittadini, l’attività dei servizi di amministrazione elettronica e il livello di trasparenza. Nelle prime due aree lo studio utilizza il dati di attività dei servizi digitali dell'AOC e il dati pubblicati dall'AGE, mentre nel campo della trasparenza utilizza il dati del label Infoparticipa.
Le fonti di informazione da noi utilizzate sono le seguenti:
La metodologia di calcolo è stata la seguente:
Dall'AOC vorremmo poter estendere questi studi ad altri ambiti dell'amministrazione digitale, ma gli open data disponibili presso l'AGE sono limitati.
Nota: Ringraziamo il team del Laboratorio di Comunicazione Pubblica dell'Università Autonoma di Barcellona per l'accesso ai dati aperti dello studio Infoparticipa a livello statale.