Il Comité Económico y Social Europeo (CESE) ha sostenuto nella sua sessione plenaria di novembre un migliore accesso agli appalti pubblici e regole più flessibili sugli aiuti di Stato, attraverso l'approvazione di due pareri sugli appalti pubblici elettronici e la modernizzazione degli aiuti di Stato.
Nel parere sugli appalti pubblici, il CESE vuole garantire che le imprese europee godano di parità di accesso ai finanziamenti pubblici.
La Commissione ritiene fattibile l'obiettivo di completare la transizione verso un sistema di appalti completamente elettronico entro la metà del 2016 (presumibilmente nel 2017, visti i due anni necessari per il recepimento). Il CESE ritiene, da parte sua, che l'obiettivo possa essere raggiunto solo se sono soddisfatte una serie di condizioni di standardizzazione, interoperabilità e accessibilità, come richiesto nel parere.
Il CESE non è d'accordo, tuttavia, sul mantenimento delle soglie per le gare europee. Con la pubblicazione di tutti i contratti in formato elettronico, fissare la soglia sarebbe inutile e dannoso. Secondo il Comitato, ciò danneggerebbe lo sviluppo del mercato interno e lascerebbe le PMI svantaggiate.
Il CESE attribuisce particolare importanza alle questioni dell'interoperabilità tra le diverse piattaforme (di solito portali) e alla standardizzazione dei processi e dei documenti elettronici che vengono scambiati nelle diverse fasi della procedura di appalto. Di fronte al moltiplicarsi di piattaforme separate, con formati e procedure differenti, il CESE esorta la Commissione a raccomandare senza indugio l'uso di una norma unica europea (o internazionale) per le procedure di appalto pubblico. Questa norma dovrebbe essere aperta alle soluzioni (software) utilizzate per gli appalti elettronici del settore pubblico.
Infine, afferma che l'uso delle firme elettroniche rende complesse le transazioni transfrontaliere e pertanto dovrebbero essere adottate misure per facilitare l'interoperabilità nelle soluzioni sopra menzionate.
